18/05/10

Ecco a voi la nostra unica e inimitabile edizione di Gramnews!

E’ il pomeriggio dell’11 marzo 2010, il professore ci distribuisce dei test per vedere il nostro livello di preparazione. Successivamente ci spiega cosa sono le 5 W. Nei giorni successivi iniziamo a scrivere al computer gli articoli necessari per la composizione del nostro foglio, che abbiamo deciso di chiamare Gramnews, come il progetto PON predisposto dai nostri docenti. C'è chi scrive poesie, chi scatta foto, chi fa interviste e chi scrive articoli sul quaderno. C'è molto entusiasmo in classe, il giorno della stampa è sempre più vicino... Il lavoro di redazione è stato un’esperienza molto entusiasmante. Ecco a voi la nostra unica e inimitabile edizione di Gramnews!

30/04/10

Truzzi, emo o... se stessi?!

Molti teenager si identificano in vari stili di vita. A Palermo, come in tutta Italia, tra emo e truzzi c'è anche una suddivisione territoriale. Un esempio è Piazza Politeama, che è stata suddivisa in due territori: il tempietto, luogo di incontro dei truzzi, dove si riuniscono per sentire musica o per parlare di diversi argomenti (per esempio, la moda); invece gli emo si incontrano a piazza skate, dove si ritrovano con gli amici, dialogano e parlano di musica emocore e arte.
Però non esistono soltanto questi due stili di vita, ma anche altri ad esempio: i metallari, i punk, i punkabestia, scenequeens, rapper, rockettari, skater o i nerd.
«Spiegare cosa significa essere emo non è semplice. Molti pensano che è solo uno stile di abbigliamento o ci identificano con quelli che si tagliano le vene. In realtà è uno stile di vita completo» ecco cosa ha detto Alessio, un adolescente emo di Palermo. «Noi truzzi rappresentiamo la moda dei teenager di oggi, siamo molto fashion. Comunque meglio essere scemo che emo», ecco cosa ha detto invece Jessica, una ragazza truzza della gioventù palermitana. Abbiamo posto loro delle domande.
Il pensiero truzzo
Hai un particolare modo di vestire?
Io come tutti i truzzi mi vesto con abiti griffati, perché ho classe a confronto dell'altra gente di Palermo. Uso un modo di vestire colorato e compro vestiti solo in negozi esclusivi come Giglio e Hogan store, perché me lo posso permettere a differenza di quei emo poveracci che non hanno stile.
Che musica ascolti?
Io ascolto musica come: house o tecno, sopratutto quella che fa tunz tunz parapa tunz tunz, perché è la musica di noi ragazzi esclusivi, no come quella musica deprimente degli emo.
Quale il vostro punto di ritrovo?
Ci divertiamo ad ascoltare musica house e ballare tecktonic, o per sparlare un po', certe volte ci incontriamo anche il sabato pomeriggio per fare shopping con gli amici in via Libertà.
Come hai scoperto questo stile?
L'ho scoperto grazie a mia cugina Veronica, perché mi ha fatto capire che è lo stile che rispecchia il mio essere cool e alla moda, nonostante tutto la gente non capisce che noi abbiamo una mentalità superiore agli altri nella moda e nello stile di vita quotidiano tutto.
Perché odi gli emo?
Odio gli emo perché deprimono ogni cosa, con il loro modo di fare cupo e senz'animo, invece noi truzzi siamo allegri e ci divertiamo con i nostri amici, perché noi possiamo e loro no.

La verità emo
Che musica ascolti?
Ascolto musica emocore, screemo e dark, perchè rappresenta il mio stato d'animo, depresso per la mancanza d'affetto del mondo verso di me. La mia famiglia non ha rispetto delle mie scelte morali e fisiche, non appoggia le mie opinioni sul modo di vestire.
Da dove nasce la parola emo?
Emo non si sa bene la sua origine, ma alcuni dicono che deriva dalla parola inglese emoctional che significa emozione.
Perché hai deciso questo stile?
Ho deciso questo stile poiché l'ho conosciuto tramite internet e amici, quindi, dopo aver capito che io appartenevo a questo stile, ho preso coraggio e mi sono buttato nel tunnel dell'emo. Ho fatto conoscere questo stile a molti adolescenti che come me non hanno rifiutato l'essere emo.
Perché odi i truzzi?
Io odio i truzzi perchè loro giudicano sempre le persone diverse da loro, e si sentono superiori a tutti, esclusi i loro amici truzzi. Non capiscono che esistono altre persone come noi, loro ci disprezzano e ci considerano delle capre depresse.
Quale il vostro punto di ritrovo?
Spesso incontro gli amici a Piazza Skater, una zona dove ragazzi fanno skate, reppano o solamente per stare lontano dai truzzi perché non vogliono sentire le loro critiche.

Angelo Maniscalco
Vittorio Giannola

17/04/10

Paleontologia, alunni del corso PON piccoli scienziati all'opera

«La paleontologia serve a guardarsi intorno con occhi diversi, a guardare il paesaggio come una cosa che è viva, che si può leggere e serve a non vedere le rocce come delle semplici cose inutili. Ogni pietra, ogni granello di sabbia, ogni roccia ci racconta una storia, ossia quello che è stato il passato della Sicilia, ma non solo, di tutto il pianeta». Questo ha detto la paleontologa Carolina Dipatti, che quest'anno insegna al corso PON pomeridiano di paleontologia presso la scuola secondaria di primo grado Antonio Gramsci, a Palermo.
Qual è la sua vera passione?
E' la paleontologia. Questa scienza suscita irrevocabilmente la mia curiosità e quindi la mia voglia insaziabile di sapere, di conoscere tutto quello che mi circonda.
Cos'è la paleontologia?
E' la scienza che studia i fossili, cioè gli organismi vissuti nel passato.
Come mai ha deciso di fare la paleontologa?
Perché mi piace scoprire le cose del nostro passato, e non solo del nostro.
E' stata una passione avuta sin da piccola, o ha iniziato ad amare la paleontologia solo da adulta?
No, diciamo che ho scoperto questa passione solo quando andavo al liceo, parlando con dei ragazzi che erano iscritti in geologia. Loro mi hanno spiegato cosa faceva il geologo, che andava in giro per le montagne, che studiava le rocce, che leggeva la storia all'interno di ogni piccolo sasso, e quindi è nata questa passione.
Oltre ad insegnare a questi tipi di corsi PON, svolge un lavoro relativo alla paleontologia?
Sì, sono la conservatrice del museo Gemellaro di Palermo. I conservatori sono le persone che si occupano del museo. Là si trovano innumerevoli fossili osservabili da tutti.
E dove si trova il museo Gemellaro?
In corso Tukory, vicino Piazza Indipendenza. Mi piacerebbe che anche i ragazzi degli altri corsi visitassero il museo, ma ovviamente, solo i ragazzi a cui interessa.
In cosa consiste il corso di paleontologia?
Studieremo, guarderemo e toccheremo i fossili e quindi tutte le cose del passato. Poi andremo anche nei laboratori. Speriamo di andare fuori a raccogliere i fossili. Li classifichiamo, li studiamo e li esporremo anche per voi.
Perché ha scelto di insegnare in questo corso?
Perché mi piaceva proprio il titolo del corso “Paleontologia”, e visto che è il mio mestiere, mi sembrava opportuno.
A cosa serve questo corso per i ragazzi?
Innanzitutto è pur sempre un'utile esperienza partecipare a un corso PON. Ogni alunno arricchisce le proprie conoscenze e in questo caso imparare può diventare un divertente gioco, da svolgere con i propri compagni e insegnanti. Insomma, come una piccola caccia al tesoro, ma in questo caso il nostro tesoro è tutto quello che riguarda i fossili. La nostra terra è un'enorme fonte di informazioni. Possediamo un cervello sviluppatissimo, da fare invidia al più potente super computer, ed è un peccato non utilizzarlo.
C'è bisogno di una buona valutazione in scienze per partecipare a questo corso?
No, perché cominciamo dall'inizio, quindi tutti possono accedere. Mi sembra giusto cominciare dalle basi, ogni ragazzo deve avere la possibilità, o meglio, l'occasione di apprendere per la prima volta o approfondire alcuni campi della conoscenza.
Quali strumenti vengono utilizzati?
In aula abbiamo dei fossili. Poi andremo in campagna, e useremo attrezzature sia di tipo scientifico, ma anche strumenti per fare la pulizia meccanica dei reperti.
Sono previste uscite per andare al museo?
Si, sono previste molte uscite. È una fantastica occasione per esaminare dei fossili!
Quanti ragazzi partecipano a questo corso?
Una ventina. Sono rimasta molto soddisfatta dal vedere questo elevato numero di ragazzi partecipare a questo corso. Molti dicono che la gioventù di oggi non è per niente interessata alla cultura, ma a quanto pare non è così. Ne sono veramente felice.
Ha un messaggio da dare per promuovere la paleontologia nelle scuole?
Innanzitutto, non c'è nessuna regione più ricca di fossili, di reperti, e di storia, come la Sicilia. Ci sono delle cose uniche che solo noi abbiamo, come ad esempio gli elefanti nano. Sotto ogni oggetto è celata una storia, un avvenimento da scoprire. La paleontologia sa dare un motivo ai fatti, sa datare i fossili, ma sopratutto sa dare importanza a ogni minimo puntino presente sul pianeta Terra, e grande o minuscolo che sia, è sempre una fonte di “passato”.
Roberta Zappulla
Sofia Ragusa
Rita Pia Folisi


07/04/10

E' nato Gramnews!

E’ nato Gramnews, un giornale realizzato con articoli scritti dagli alunni del corso di giornalismo della Scuola secondaria di 1° grado "A. Gramsci" di Palermo, nell'ambito di un progetto PON. Le prime copie sono state stampate oggi (7 aprile 2010) nel plesso centrale della scuola, nonché sede della redazione. Il giornalino, formato da 10 pagine a colori, contiene articoli di cultura, cronaca, sport e attualità, ed è disponibile per le lettura e la stampa anche online, in formato pdf.
La Redazione

05/04/10

Lo skateboard a Palermo

Lo skateboard è uno sport nato negli anni 60' in california e oggi conosciuto in tutto il mondo. L'Italia è uno dei pochi paesi in cui lo skate non ha molto spazio nelle città.
Palermo è una in cui c'è un gran numero di skater, ma nonostante tutto non ha uno skatepark. In Sicilia non esistono molti skatepark, i più famosi sono quello di Caltanisetta e quello di Catania dove si allena il capione italiano Mauro Caruso, uno dei pochissimi siciliani a garegiare a livello europeo.
Il vero problema è quello di non poter praticare questo sport in aree dedicate. Molti skater si ritrovano a skatare a piazza Politeama o in zone cittadine abitate, dove i passanti o i residenti della zona si lamentano. Quindi, la mancanza di queste strutture fa protestare gli skater palermitani che, per coltivare la loro passione devono andare a Catania o costruirsi per conto proprio rampe e grindbox. La giusta soluzione sarebbe quella della costruzione di uno skatepark comunale anche a Palermo. Abbiamo posto alcune domande a Mauro Caruso (nella foto).
Quando hai cominciato a fare skate?
Ho cominciato all'età di undici anni, perchè giocando ad un videogioco mi sono appassionato, ed ho voluto provare subito.
Quando hai partecipato per la prima volta a un contest di skate?
Il mio primo contest è stato all'età di 13 anni con un quinto posto.
Che tipo di musica ascolti?
Di solito ascolto un pò di tutto, ma prima di ogni contest di skate ascolto musica rock, come: gli Artick Monkey.
Ci spieghi che cosa è un contest di skate?
Un contest è una gara tra skater, che come giudici ha i partecipanti stessi.
Qual è il tuo trick preferito?
Il mio trick preferito è il varial kickflick, perchè è uno dei più belli da eseguire.
Ci spieghi che cosa è un trick?
Una mossa tecnica che consiste nel far ruotare lo skate in aria.
Che cosa è uno spot?
E’ un luogo in cui si pratica skate.
Quale il tuo spot preferito?
Il mio spot preferito è piazza Europa (a Catania).
Che consiglio daresti a tutti i ragazzi e ragazze che vorebbero praticare codesto sport?
A tutti quelli che vorebbero praticare questo sport dico di stare attenti, e di non eseguire cose da professionisti, nonostante tutto lo skate è un meraviglioso sport, quindi divertitevi.
Angelo Maniscalco

22/03/10

Street art a Palermo, intervista esclusiva ad Ange

«Quest’arte è un modo per esprimere la nostra personalità e la nostra libertà». Ecco cosa ha detto Ange, 16 anni, uno fra i più giovani writers di Palermo. I ragazzi danno sfogo alla propria voglia di comunicare realizzando dei graffiti sui muri della città. Se ne possono apprezzare diversi esempi nei sottopassaggi di viale Regione Siciliana e sui treni delle ferrovie. I “writers”, cosi vengono chiamati, sono dei veri e propri artisti, loro decorano i muri grigi dei nostri quartieri rendendoli più vivaci e colorati. Questa particolare forma di espressione ha origini molto antiche. Infatti, se ne possono apprezzare esempi sul Monte Pellegrino e all'Addaura. È una forma di pittura primitiva, praticata fin dai tempi dei fenici e nell'antico Egitto. Per alcuni è considerata una vera è propria forma d'arte, mentre per altri si tratta di un atto di vandalismo. Esiste, però, in Italia una città che si chiama Favelloni ed è nota ai turisti come la città dei murales. Un writers di Palermo ha voluto spiegare questa particolare forma di comunicazione.
Che stile usi?
Il 3D stile, lo stile di Peeta e Daim, inventato da Delta, è il più difficile da ideare, con forme geometriche che si intrecciano e creano una moltitudine di ombre e colori brillanti.
Che cosa intendi tu per arte?
L'arte è come il rock 'n' roll se non si vive non si comprende, quindi ci sono diversi punti di vista e vari modi per esprimerli.
Da quanto tempo disegni sui muri?
Ho iniziato a 13 anni grazie ad un mio amico, che a sua volta faceva parte di una crew.
Cosa è una crew?
E un gruppo di ragazzi che si riuniscono per disegnare.
Cosa usi per disegnare sui muri?
Uso delle bombolette di vari colori, mi piacciono soprattutto i colori rosso e viola.
Che marche usi?
Di solito adopero Clash e Montana, che sono le migliori in vendita
Dove le compri?
Le compro in negozi di articoli da skate e bombolette.
Vai da solo o con altri amici?
Vado con Il mio '' homeboy''.
Chi è l'homeboy?
Il fratello, quello che ti copre le spalle, l'amico fidato.
In che senso ti copre le spalle?
Nel senso che sta attento se arriva qualche piede piatto.
Che cosa vuoi dire ai lettori del nostro giornale?
Vorrei che la nostra città ci offrisse degli spazi liberi dove poter disegnare in libertà, soprattutto dove ci sono muri grigi in cemento.
Vittorio Giannola
Martina Mattaliano

Fulvio Frisone, problematica vita di un genio

I suoi genitori non riuscivano a trovare una scuola disposta ad accoglierlo, ma oggi ci sono dei Comuni (Catania, Siracusa, Carbonia) che si contendono i suoi natali, perché è diventato uno degli scienziati più famosi al mondo. Fulvio Frisone, 44 anni, è un fisico nucleare di fama internazionale. Purtroppo, è affetto da “tetraparesi spastica con distonie” ed è quindi costretto su una sedia a rotelle. Parla a fatica e non può muoversi da solo.
Il suo handicap è stato causato da un incidente avvenuto durante il parto della madre, durato 21 ore, provocato dall'utilizzo del forcipe e della ventosa. E' riuscito a sopravvivere, grazie all'aiuto dei medici, alla sua asfissia prenatale. Fin dai primi giorni di vita, la madre Lucia (detta "madre ciclone" ) ed il padre lo hanno ricoperto di attenzioni e sono riusciti a farlo parlare grazie all'aiuto della musica. Ma non sono mancate le difficoltà. I genitori avevano provato, infatti, a portare il figlio a scuola, ma nessun istituto voleva accettarlo perché aveva bisogno di un'assistenza continua. Ma alla fine la madre è riuscita a convincere un preside, il quale, pur di liberare un' aula al pianterreno (dove accogliere Fulvio) spostò l’ufficio di presidenza. Fulvio così riuscì a terminare brillantemente gli studi dell'obbligo.
Un svolta importante per Frisone arriva quando suo padre inventa un casco con un’asta, che gli permette di scrivere, disegnare, usare il computer e interagire con il mondo. Dal 1995 comincia ad usare questo casco e a svolgere attività di ricerca presso il dipartimento di Fisica e Astronomia dell'Università degli Studi di Catania.
Dal 1989 Fulvio Frisone si occupa anche della "fusione a freddo", a partire dalla sua tesi di laurea intitolata "Le reazioni di fusione D-D in palladio deurorato", che ha avuto come valutazione 110, senza lode (poichè non ha potuto svolgere la prova pratica in laboratorio). La sua è una importante scoperta, perché la fusione a freddo è una fonte inesauribile di energia, realizzata a temperature relativamente basse.
Oltre ad essere un grande scienziato, Frisone è anche pittore e poeta. Ciò dimostra la sua sensibilità e la sua cultura che va dalla scienza alla letteratura e all'arte. Le sue poesie e i suoi disegni vengono apprezzati in tutto il mondo.
Dopo la sua battaglia contro l'handicap, se riuscirà a mettere in pratica anche le sue scoperte, e quindi a definire la sua fusione a freddo, rivoluzionerà ulteriormente il campo della fisica, diventando uno degli scienziati più importanti del mondo.
Roberta Zappulla

07/03/10

Il laboratorio di giornalismo della Scuola Gramsci di Palermo

PALERMO. E' iniziata giovedì 11 marzo l'avventura dei giornalisti in erba della Scuola Secondaria di 1° Grado Statale "Gramsci" di Palermo. Realizzare un giornale di classe rientra ormai nella consuetudine della didattica di molte scuole di ogni ordine e grado. Il giornale nasce, infatti, dalla voglia di comunicare degli studenti, dalla necessità di avere uno strumento rappresentativo che possa far conoscere il proprio pensiero agli altri, anche fuori dalle mura scolastiche. In quest'ottica il giornale, anche grazie all'uso delle nuove tecnologie informatiche, diviene un elemento forte della comunicazione, uno strumento che consente di sperimentare varie tipologie di scrittura. Scrivere un articolo non è come svolgere un tema scolastico: diverse sono, infatti, le fonti, le tecniche e il linguaggio da usare. Nonostante le differenze di stile e di scrittura (che variano a secondo dell'età dei ragazzi), e la tipologia di testo (cronaca, commenti...), c'è una sostanziale convergenza per quanto riguarda gli obiettivi generali (la conoscenza, la sintesi, la criticità) e gli obiettivi didattici specifici da raggiungere (migliorare le competenze chiave in lingua madre). Questo laboratorio rientra nel Programma Operativo Nazionale 2007 - 2013 "LA SCUOLA PER LO SVILUPPO".